Con l’insediamento del Comitato di sorveglianza, l´organismo previsto dalle leggi della Comunità europea per accertare la qualità e l´efficacia del Programma operativo regionale, parte il FSE in Emilia-Romagna
Attenzione ai lavoratori anziani e alla qualità dell´occupazione femminile, sostegno alle persone nell´acquisizione di nuove competenze e ai processi di ristrutturazione del sistema produttivo: sono gli obiettivi del Programma operativo regionale 2007-2013, approvato dalla Commissione europea per primo in Italia.
Il 31 gennaio 2008 si è insediato a Bologna il Comitato di sorveglianza, l’organismo previsto dalle norme comunitarie con il compito di accertare la qualità e l’efficacia del Por, cofinanziato dal Fondo sociale europeo.
Il Comitato di sorveglianza è composto dalla Commissione dell’Unione europea, dai Ministeri competenti in materia, dalle Province emiliano-romagnole, dalle Parti sociali regionali, dalla consigliera regionale di Parità, ed è presieduto dall’assessore regionale al Lavoro e formazione Paola Manzini.
All’incontro, il primo della nuova programmazione, erano presenti Philippe Hatt, della Direzione generale Occupazione, affari sociali e pari opportunità della Commissione europea e capo unità per l’Italia del Fse, Silvana Amadori direttore generale del Ministero dell’Economia e delle finanze, Rosita Caputo dirigente del Ministero del Lavoro e politiche sociali, e Giuseppina Caldarola del dipartimento dello Sviluppo economico, dipartimento presente per la prima volta al Comitato di sorveglianza in virtù delle nuove competenze di coordinamento e di regia che gli sono state attribuite.
Il Programma operativo Fse 2007-2013 dell’Emilia-Romagna, che la Commissione europea ha approvato primo in Italia, ha una dotazione complessiva di 806 milioni e 490 mila euro, provenienti dal Fse e da risorse nazionali, con una riduzione di circa il 40% rispetto alla programmazione precedente 2000-2006.
Due sono gli ambiti prioritari di intervento: il primo è rafforzare il livello quantitativo e qualitativo dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, con una particolare attenzione ai temi dell’alta formazione, della ricerca e del trasferimento e sviluppo dell’innovazione; il secondo ambito riguarda la promozione e l´accrescimento della qualità delle condizioni e delle prestazioni di lavoro, limitando i rischi di precarietà e de-professionalizzazione e sviluppando politiche attive per rafforzare la qualificazione del lavoro e un sistema di servizi che favoriscano l’occupabilità delle persone e la domanda di personale qualificato da parte delle imprese.